da «La Repubblica» del 21 Novembre 2010
Da «La Repubblica» del 21 Novembre 2010
NELLA “LUCE VERDE” DEL VILLINO DI VIA BOSIO PIRANDELLO ATTESE L’ANNUNCIO DEL NOBEL
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un portone immette in un piccolo giardino, al centro del quale un edificio a due piani sembra invecchiato con dignità, ormai raggiunto il secolo di vita, serbando intatta l’eleganza civettuola delle sue linee. A fianco del portone, una targa ricorda che questa fu l’ultima casa di Luigi Pirandello, «romanziere novelliere poeta creatore di un nuovo teatro». Ci abitò da solo, nell’appartamento dell’ultimo piano, dal 1933 al giorno della morte, il 10 dicembre 1936.
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Dal giorno della morte queste stanze, che oggi sono la sede dell’Iistituto di Studi Pirandelliani, hanno subìto scarsi o nulli cambiamenti. È un luogo, insomma, a differenza di altre dimore abitate da inquilini celebri, per nulla ‘museificato’, anche a causa di interminabili traversie burocratiche e di una cronica mancanza di fondi. Ma è proprio da queste circostanze negative che la casa di Pirandello ha ricavato un fascino tutto suo, un’aura di autenticità che rimane ben impressa nella memoria dei visitatori.
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Emanuele Trevi