Album Cele Abba: Ritratti Anni Venti e Trenta

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Cele Abba e il Teatro di Luigi Pirandello

Celestina Abba, detta Cele (Milano, 25 maggio 1906 – Milano, 1º gennaio 1992), è stata una interprete teatrale e cinematografica la cui carriera fu fin dagli inizi intrinsecamente legata a quella della più celebre sorella maggiore Marta. Fu infatti Marta a volerla accanto a sé nella Compagnia del Teatro d’Arte di Luigi Pirandello, dove Cele assunse il ruolo di attrice giovane dal marzo all’agosto del 1927 con il nome d’arte di Tiziana Maloberti, e poi con quelli di Tina e Cele Abba. Pirandello divenne anche il suo Maestro, la guida per la sua arte di attrice. Sotto la direzione di Pirandello, Cele interpretò, tra l’altro, Jonella in Diana e la Tuda, Loletta in Ma non è una cosa seria, L’attrice giovane ne Sei personaggi in cerca d’autore, Nina Ciampa ne Il berretto a sonagli, Mita ne La nuova colonia, Agata Renni ne Il piacere dell’onestà.
Dopo l’esperienza pirandelliana, lavorò con le maggiori compagnie del tempo: la Compagnia Teatrale Za-Bum, Ricci, Gramatica, Forzano, Ruggeri, Baghetti, ecc.
Nel 1933 fu Ippolita nel Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare messo in scena da Max Reinhardt al Giardino di Boboli di Firenze.
Tornò ad essere diretta da Luigi Pirandello nel 1934 quando, nell’ambito delle manifestazioni del IV Convegno Volta per il Teatro drammatico organizzato a Roma dalla Reale Accademia d’Italia, la sera dell’11 ottobre al Teatro Argentina fu rappresentata La figlia di Jorio di Gabriele d’Annunzio messa in scena da Pirandello con la collaborazione di Guido Salvini.
Interpreti principali furono Ruggero Ruggeri nel ruolo di Aligi e Marta Abba in quello di Mila di Codra. In quell’occasione Cele fu Splendore, una delle tre sorelle di Aligi.
E ancora un’opera di Pirandello per Cele: è il 7 giugno 1937, nel Giardino di Boboli a Firenze, Cele diventa Diamante nella rappresentazione postuma dei Giganti della montagna per la regia di Renato Simoni.

© Copyright - Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo
A cura di Dina Saponaro e Lucia Torsello - grafica: Claudio Appetito